favole around the world - baby interior design
14 Dic

Vi presentiamo le Favole di Baby Interior Design, i racconti della vostra carta da parati preferita. Leggetele ai vostri bambini prima della buonanotte!

Around The World

Vivevano, in un verde e rigoglioso bosco, Milvo il cervo e Tiglio il coniglio, due buoni amici. Erano soliti stare assieme per condividere freschi prati da pascolare, e per darsi una mano a vicenda nella vita di tutti i giorni. Una mattina, Milvo si alzò presto per la sua passeggiata quotidiana, e dopo aver superato un gruppo di alberi, fece una scoperta del tutto imprevedibile. Un grande dirigibile si trovava in mezzo ad una radura, e sembrava proprio funzionante e pronto per partire. Milvo restò ad osservarlo meravigliato per qualche minuto, giacchè non era certo cosa che si potesse vedere tutti i giorni. Poi, meditando su ciò che aveva appena visto, si incamminò verso Tiglio, l’amico di sempre, per raccontargli cosa c’era nel bosco. “Tiglio, non crederai a quel che ho da dirti! Un grosso, enorme dirigibile, che nient’altro è che una incredibile macchina per volare, è qui nel bosco, a pochi passi di distanza!” “Davvero?”, rispose il coniglio, “E chi ce l’ha portato?” “L’uomo, chi altri? È questo segno che l’uomo si sta interessando al nostro amato bosco, e dove l’uomo passa, porta con sè una grande confusione. E questo vuol dire, caro Tiglio, che io e te siamo in pericolo. Perciò, ti propongo un’idea: fuggiamo proprio con questo grande dirigibile, alla ricerca di un altro bosco dove vivere in pace! Partiremo domattina.” “Ma Milvo, volare? Noi? Non se ne parla proprio! E poi, tu lo sapresti manovrare quell’aggeggio? E se ne bucassi il pallone con le tue corna? Non mi sembra proprio una buona idea.” “Andiamo, amico. È per il nostro bene che te lo propongo. Sarà un pò rischioso, è vero, ma mai quanto rimanere qui. E poi, pensa che grande avventura sarebbe solcare i cieli!” ” Mi dispiace, caro Milvo, ma non me la sento proprio. La tua è un’idea folle, e solo un folle ti seguirebbe. Addio!” Tiglio sparì tra i cespugli, lasciando solo Milvo, che si dispiacque molto per la risposta dell’amico coniglio.

Ma l’indomani, Milvo il cervo partì lo stesso, da solo, con il grande dirigibile, alla scoperta di nuovi luoghi in cui abitare. Non era del tutto sicuro di ciò che stesse facendo, ma sapeva di fare la cosa giusta. Con un pò di pazienza, riuscì a mettere in moto quella grande macchina per il volo, e si alzò fiero nei cieli. Dopo due giorni di volo, fece amicizia con Pino, un aggraziato uccellino che si appollaiò sul grande dirigibile e non vi scese più. “Così potrò volare molto più lontano di quanto non abbia mai fatto”, disse Pino. E volarono difatti molto lontani, fino in Inghilterra, dove si fermarono per giorni. Qui conobbero Giasone, un nobile cane che li accompagnò per tutto il tempo. E quando decisero di ripartire, Giasone cercò di unirsi alla ciurma, venendo accolto calorosamente. “Vi ringrazio, signori. La cara, vecchia Inghilterra mi è, ahimè, venuta un pò a noia dopo tutto questo tempo. È tempo di vedere dell’altro”, disse il nuovo arrivato. E si inoltrarono così nella savana africana, dove trovarono nuovi amici in Raffa la giraffa e Dante l’elefante. Anche essi vollero unirsi alla combriccola: Raffa adorava vedere le cose dall’alto, e volando sul grande dirigibile avrebbe visto tutto da molto più in alto che dal suo lungo collo; Dante invece era semplicemente un golosone, e voleva mangiare nuove foglie e piante sparse nel mondo. E giunsero addirittura al polo nord, un luogo piuttosto freddo dove non vollero intrattenersi troppo a lungo, ma dove fecero la piacevole conoscenza di Tarso, un simpatico orso polare che voleva trovare qualche acqua più calda dove mettersi a bagno.

C’era ancora tanto, tanto mondo da visitare, ma Milvo decise di tornare al suo vecchio bosco, a prendere Tiglio, per cui tornò ad essere in pensiero. Il grande dirigibile atterrò dunque nel bosco, con tutto il suo equipaggio. Non ci volle molto prima che Milvo riuscisse a trovare Tiglio. Era trascorso più di un anno, ed il grande bosco era quasi sparito. “Amico”, disse Tiglio, “qui la situazione è brutta. Gli uomini sono arrivati a decine, ed il bosco si fa più piccolo di giorno in giorno”. “È per questo che ti vengo a prendere, Tiglio. Sono stato in molti posti, e come vedi ho trovato molti nuovi amici, che mi hanno seguito in questo viaggio che credevi follia. Abbiamo avuto molte avventure, ed altrettante ce ne aspettano”. “Ma Milvo, io ho ancora paura, e non sono convinto. E tu, come hai fatto a non averne?” “Tiglio, amico mio, anche io ne ho avuta di paura. Ne ho avuta quando stavo per partire, ed ogni volta che atterravo in un nuovo posto; ne avevo quando le forti correnti d’aria del sud mi trascinavano via, così come quando ad alta quota faceva un pò più freddo del solito. Ma ne valeva sempre la pena, caro Tiglio, perchè era meglio che stare qui, dove non c’è più niente da fare. E mentre tu hai passato il tempo a nasconderti, io ho vissuto grandi avventure! Vieni con me, allora, se questa volta ti ho convinto, ti rinnovo il mio invito.” E questa volta Tiglio si convinse, e con Milvo e tutto l’equipaggio del grande dirigibile si librò nei cieli, ad esplorare finalmente il mondo.

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